Alla scoperta dei vini rossi trentini

Quando si parla di vini e di Trentino, quasi sempre il pensiero va immediatamente sui vini bianchi. Questo accade probabilmente a chi non è propriamente un vero intenditore del settore, in quanto esistono delle etichette di vini rossi trentini che già dal primo sorso lasciano letteralmente senza fiato.

Senz’altro il più famoso, conosciuto ed apprezzato vino rosso trentino è il Teroldego, che viene considerato il re indiscusso della Piana Rotaliana, ossia di quel lembo di fazzoletto della pianura trentina circondata dalle Dolomiti. In particolare, nei comuni di Mezzacorona, Mezzolombardo e San Michele all’Adige (in particolare nella frazione di Grumo) pare che ci siano delle condizioni uniche e straordinarie che rendono così eccezionale le uve dei vitigni piantante in queste aree.

Il Teroldego Rotaliano Doc è un vino rosso di un colore molto intenso paragonabile al rosso rubino. È proprio per questa sua colorazione forte è decisa che viene conosciuto anche con il nome di Sangue di drago ed attorno a questo sua denominazione alternativa gravita anche una leggenda che narra che proprio dallo scorrere de sangue di un grosso drago, ucciso dalla spada di un coraggioso e valoroso cavaliere, nacquero molti secoli fa le primissime viti di questo vino rosso trentino.

È anche vero, però, che il Teroldego viene oggi prodotto anche nella versione rosata o kretzer, il cui colore tende maggiormente al granato. In entrambi i tipi, ad ogni modo, un calice di questo magico succo d’uva sprigiona un profumo fruttato, quasi floreale, che ricorda le ciliegie, i mirtilli e i frutti di bosco e che riesce grazie al suo gusto caldo e strutturato ad avvolgere olfatto e palato in un unico connubio di gioia.

Questo vino rosso trentino va servito idealmente a temperatura ambiente, in ampi bicchieri che ne riescono meglio ad esaltarne gli aromi. Si sposa perfettamente con i piatti della tradizione della sua regione. In particolare, se giovane, può accompagnare primi piatti quali lasagne al forno o tagliatelle al sugo di carne, mentre nella versione più invecchiata si rivela ideale per l’abbinamento con la selvaggina, le carni alla griglia e con i formaggi di media stagionatura a pasta dura. Può, inoltre, diventare esso stesso ingrediente delle preparazioni di alcune succulente ricette: una in particolare è il risotto al Teroldego.

Altra etichetta molto apprezzata fra i vini rossi trentini è il Marzemino, che ha trovato il suo habitat ideale nella zona della Vallagarina. Esso viene coltivato principalmente nei comuni di Rovereto, Isera, Volano e Ziresi, in cui il clima – particolarmente mitigano in parte dalla protezione che beneficia dalle Alpi e in parte dall’influenza positiva e calmierante che trae dalle acque del Lago di Garda – favorisce lo sviluppo e lo stato di benessere delle bacche dei suoi vitigni.

Si narra che questo vino sia arrivato in Trentino portato dai soldati della Repubblica di Venezia nel ben lontano 1600, ma le ultime scoperte invece tendono a collocare la sua origine addirittura ad una migrazione che arriva dall’Asia Minore, la quale sarebbe approdata in Trentino attraverso una serie di lunghi scambi commerciali.

Il Marzemino ha un sapore vivace e divertente, dall’aroma fruttato che richiama anche dei timbri floreali di viola mammola. Il contenuto in tannini è appena appena percettibile, forse perché sovrastato dal profumo di menta e dai suoi gradevoli toni balsamici. Dal colore rosso rubino, questo vino va servito ancora giovane, in quanto il suo destino non è quello di essere lasciato invecchiare per anni e anni in una botte. 4

Perfetto per essere gustato con gli gnocchi e con dell’ottima polenta, trova il suo incastro ideale anche con gli arrosti ed i brasati e con il pollame allo spiedo. È prettamente un vino dall’abbinamento carnivoro anche se non disdegna nemmeno l’accompagnamento al pesce.

Fra i vini rossi trentini vanno citati con ampio merito anche il Lagrein, il Pinot Nero e il Santa Maddalena.