Consulenza contrattuale per le startup: come tutelare la propria attività

L’avvio di un’impresa emergente, una startup, appunto, è un momento molto delicato e c’è aspetto che molto spesso viene tralasciato, ma che è davvero molto importante, ovvero quello della consulenza legale. Le startup sono regolamentate dal decreto legge n°3 del 24 gennaio 2015, che ha fortemente semplificato il lavoro, ma affidarsi all’assistenza legale di un esperto come l’avv. Ticozzi resta comunque fondamentale. Infatti, ad oggi, quando si parla di startup ci si riferisce alla completa attività imprenditoriale e non solamente alla fase iniziale di questo nuovo progetto. Per prima cosa, bisogna capire quando serve nominare un consulente legale per una startup. Questo dipende dalla tipologia di progetto scelto, ci sono delle attività che necessitano di assistenza legale sin dalle prime fasi e attività che invece necessitano di consulenza e aiuto solo in un secondo momento. Ciò dipende dal grado di preparazione dal punto di vista legale dei membri e dei collaboratori della startup.

Consulente legale per startup: cosa fa, le sue competenze

Come per ogni ambito, anche le startup sono diverse tra loro e non esiste un unico metodo universale che può essere applicato a tutte allo stesso modo e, di conseguenza, anche il consulente deve riuscire ad adeguarsi alla singola situazione di ognuno. In linea di massima, un consulente per startup deve essere in grado di valutare il rischio di investimento, tutelare la proprietà intellettuale e avere conoscenze in materia contrattuale e in diritto societario in generale. Il counselor deve infatti essere in grado di verificare la fattibilità tecnica e legale del modello di business proposto dalla startup. Per verificare le conoscenze e l’esperienza in materia del consulente è possibile affidarsi ad appositi attestati e certificati di corsi di formazione e/o master relativi all’ambito delle startup e al digital marketing e al curriculum del professionista scelto.

Come tutelare gli interessi di una startup: il ruolo del consulente

Per prima cosa, il consulente deve occuparsi della tutela della proprietà intellettuale. Ogni startup (ma anche ovviamente ogni attività di business) avrà sicuramente delle proprie idee innovative ed originali che vanno tutelate. In base all’oggetto da proteggere, esistono vari tipi di tutela. Tra questi, i principali sono:

  • i marchi, ovvero il “nome” dato a un determinato prodotto sul quale si investe, che va registrato per impedire agli altri di usare lo stesso nome o nomi simili o associati a esso che possano generare confusione nel pubblico.
  • i brevetti, che tutelano determinate caratteristiche tecniche relative al prodotto stesso. In questo modo, la produzione di prodotti con caratteristiche simili viene limitata nel tempo.

In relazione alla proprietà intellettuale, c’è anche l’importa della tutela contrattuale e della sua regolamentazione. Questo ambito non riguarda solamente i segreti professionali e industriali, ma anche i rapporti con personale, aziende e ditte esterni che devono essere ben regolamentati (come ad esempio potenziali investitori, campagne di raccolta fondi o collaboratori). In questo modo, vengono sanciti gli obblighi, le responsabilità e gli impegni specifici che entrambe le parti devono assolvere.